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Inedito, 1971
In punta di piedi
ho versato dell'acqua
nell'orecchio,
ho atteso l'onda.
Nessuna barca
contiene le mie mani,
ogni mio legno si schianta
dal mio caldo.
*
Inedito, 1971-1972
la lacrima non è l'appendice per una supplica
*
Inedito p. 12
la donna è nelle mani nude
come il corpo lucido che cerca le parole
per un'indicazione
e il richiamo non sarà creduto
sopra i piedi freddi si formeranno
eleganti macerie
S.O.S salvate l'umanità
*
Inedito p. 8
per distinguere un uomo da un cane:
1) accertarsi se ha la coda nel qual caso generalmente
trattasi di cane, ma non sempre essendosi verificato
empiricamente che talvolta anche l'uomo ne è in possesso.
2) accertarsi della presenza del pelo nel qual caso generalmente
trattasi di cane ma è stato verificato empiricamente
che l'uomo talvolta ne è ricoperto.
3) accertarsi se predilige gli ossi nel qual caso trattasi
di cane ma è stato verificato che anche l'uomo
in mancanza di carne predilige gli ossi.
4) accertarsi della presenza di parassiti che attentano
alla salute del cane nel qual caso trattasi di cane
ma anche l'uomo ne è infestato.
5) accertarsi delle diverse condizioni esistenziali: da
caccia, da guardia, da salotto, nel qual caso trattasi
di cane, ma non è perfettamente certo anche se
l'uomo in genere è bastardo.
6) accertarsi se, muovendo la bocca, fa "bau, bau" caso
in cui non si può assolutamente distinguere uomo
da cane.
*
Inedito p. 11
se vuoi scrivere una poesia
non hai che da guardare fuori finestra
che il ramo è in fiore e la rondine cinguetta.
E non mi dire che non si può aprire la finestra di camera
perché il distributore fa un fracasso del diavolo
che lo stanzone già delle scarpe da incollare
ti riempie la stanza di benzolo
e nemmeno quella di cucina
che di fronte hanno alzato una scala d'acciaio
per la reclame
e soltanto ti rimane quella del gabinetto e sporgendo
la testa puoi vedere i gerani della signora di sotto
Ebbene vorrai ben fare un po' di sacrificio
per scrivere una bella poesia.
*
Appunto del 1974 conservato nell'Archivio M.V.
Mi piacciono sempre di più gli altri. Trovo che agli altri vengano tante
idee. Io non ho tempo per le idee, solo per le ossessioni.
Ketty La Rocca da " i suoi scritti " - a cura di
Lucilla Saccà - Martano Editore
ringrazio di cuore Gianluca Lombardo
per avermi fatto scoprire l'arte di Ketty La Rocca
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"Il terrore di una linea retta nel momento in cui si rende conto di essere stata tracciata verso l'infinito." Charles Simic
mercoledì 28 marzo 2012
martedì 20 marzo 2012
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Insonnia
La luna nello specchio del comò
sembra guardare a mille miglia
(e forse con orgoglio a se stessa
ma senza mai sorridere)
lontano lontanissimo oltre il sonno,
o forse scambia la notte per il giorno.
Abbandonata dall'Universo,
lo manderebbe volentieri al diavolo,
per poi trovarsi un corpo d'acqua,
o uno specchio, su cui posare.
Perciò avvolgi i tuoi crucci in telaragna
e gettali nel pozzo
in quel mondo invertito dove
la sinistra è sempre la destra,
dove in realtà le ombre fanno corpo,
dove restiamo sveglie tutta notte,
dove i cieli son tanto bassi quanto
il mare ora è profondo, e tu mi ami.
Elizabeth Bishop
da
" MIRACOLO A COLAZIONE"
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Insonnia
La luna nello specchio del comò
sembra guardare a mille miglia
(e forse con orgoglio a se stessa
ma senza mai sorridere)
lontano lontanissimo oltre il sonno,
o forse scambia la notte per il giorno.
Abbandonata dall'Universo,
lo manderebbe volentieri al diavolo,
per poi trovarsi un corpo d'acqua,
o uno specchio, su cui posare.
Perciò avvolgi i tuoi crucci in telaragna
e gettali nel pozzo
in quel mondo invertito dove
la sinistra è sempre la destra,
dove in realtà le ombre fanno corpo,
dove restiamo sveglie tutta notte,
dove i cieli son tanto bassi quanto
il mare ora è profondo, e tu mi ami.
Elizabeth Bishop
da
" MIRACOLO A COLAZIONE"
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venerdì 9 marzo 2012
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Lo straniero è nato senza cielo
cammina ed è sempre sospinto
verso un luogo ancora più lontano
a volte si ferma ma solo per sostare.
Il suo piede non lascia traccia alcuna
la sua mano non può accarezzare
e quando muore la sua bocca
non può gustare il sapore della terra.
Per questa sua provvisorietà
è simile all'astro
più solitario della notte.
Gianmario Lucini
da "Monologo del dittatore"
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Lo straniero è nato senza cielo
cammina ed è sempre sospinto
verso un luogo ancora più lontano
a volte si ferma ma solo per sostare.
Il suo piede non lascia traccia alcuna
la sua mano non può accarezzare
e quando muore la sua bocca
non può gustare il sapore della terra.
Per questa sua provvisorietà
è simile all'astro
più solitario della notte.
Gianmario Lucini
da "Monologo del dittatore"
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giovedì 8 marzo 2012
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EPILOGHI
Le cose non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,
come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,
anche il fulmineo lampo dell'amore
non ha un epilogo tonante,
muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma
finché restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.
DEREK WALCOTT
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EPILOGHI
Le cose non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,
come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,
anche il fulmineo lampo dell'amore
non ha un epilogo tonante,
muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma
finché restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.
DEREK WALCOTT
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mercoledì 7 marzo 2012
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UNO
S'incomincia per cantare
E si canta per finire
DUE
UNO
S'incomincia per cantare
E si canta per finire
DUE
È nato per cantare
Chi dall'amore muore.
È nato per amare
Chi dal cantare muore.
TRE
Chi è nato per cantare
Anche morendo canta.
QUATTRO
Chi nasce per amare
D'amore morirà.
CINQUE
Nascendo non sai nulla,
Vivendo impari poco,
Ma forse nel morire ti parrà
Che l'unica dottrina
Sia quella che si affina
Se in amore si segrega.
SEI
Potremmo seguitare.
GIUSEPPE UNGARETTI
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lunedì 5 marzo 2012
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La bufera
Hai dato il mio nome a un albero? Non è poco;
pure non mi rassegno a restar ombra, o tronco,
di un abbandono nel suburbio. Io il tuo
l'ho dato a un fiume, a un lungo incendio, al crudo
gioco della mia sorte, alla fiducia
sovrumana con cui parlasti al rospo
uscito dalla fogna, senza orrore o pietà
o tripudio, al respiro di quel forte
e morbido tuo labbro che riesce,
nominando, a creare; rospo fiore erba scoglio -
quercia pronta a spiegarsi su di noi
quando la pioggia spollina i carnosi
petali del trifoglio e il fuoco cresce.
EUGENIO MONTALE
da " MADRIGALI PRIVATI "
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La bufera
Hai dato il mio nome a un albero? Non è poco;
pure non mi rassegno a restar ombra, o tronco,
di un abbandono nel suburbio. Io il tuo
l'ho dato a un fiume, a un lungo incendio, al crudo
gioco della mia sorte, alla fiducia
sovrumana con cui parlasti al rospo
uscito dalla fogna, senza orrore o pietà
o tripudio, al respiro di quel forte
e morbido tuo labbro che riesce,
nominando, a creare; rospo fiore erba scoglio -
quercia pronta a spiegarsi su di noi
quando la pioggia spollina i carnosi
petali del trifoglio e il fuoco cresce.
EUGENIO MONTALE
da " MADRIGALI PRIVATI "
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venerdì 2 marzo 2012
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C'è un'ora che raccoglie tutte le ore,
la lode e lo sterminio, i baci che incalzavano,
l'angolo del ginocchio, il gelo e il soprassalto
come in un appello universale giungono
con un volto ciascuna, un segno distintivo,
un soprannome, congiungono le linee del tempo
a quelle della mano e del quaderno,
alla precisione di un congedo.
Milo De Angelis
da " Tema dell'addio "
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C'è un'ora che raccoglie tutte le ore,
la lode e lo sterminio, i baci che incalzavano,
l'angolo del ginocchio, il gelo e il soprassalto
come in un appello universale giungono
con un volto ciascuna, un segno distintivo,
un soprannome, congiungono le linee del tempo
a quelle della mano e del quaderno,
alla precisione di un congedo.
Milo De Angelis
da " Tema dell'addio "
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